Infanzia deturpata da una società annichilita ed inspiegabilmente assassina. O più semplicemente infanzia inconsapevole della brutta mostruosità che contorna la sua quotidianità. Cosa può eguagliare quel bene più prezioso che ci è stato donato incondizionatamente, cioè la vita ? Nulla. Ma noi stessi siamo carne viva, testimonianza di quell' esistenza che è stata concepita come il gesto più dolce del mondo. E qualcuno, ogni tanto, lo dimentica distrattamente. O forse no. Ma poi, vai a capire cosa si annida nei meandri della mente. Ed il risultato è che, a gesto compiuto, non si torna più indietro. La piccola Yara Gambirasio, scomparsa a Brembate Sopra lo scorso 26 novembre 2010 e rinvenuta morta sabato 26 febbraio, non ha più domande da porsi (a differenza nostra), perché lei sà chi è il suo assassino. E non ha più nemmeno gioia da dichiarare alla sua mamma ed al suo papà al mattino appena sveglia, come si fa davanti ad una tazza di latte fumante mentre fuori nevica. Vogliamo giustizia, questo è certo, anche nel nome di tutte quelle creature innocenti che sono state vittime come Yara.
Piangete, piangete ... Che forse le nostre lacrime arriveranno fino al cielo, a coprirla come una coperta calda. Perché poi, alla fine dei conti, siamo noi stessi quelli bisognosi di un angelo come Yara, che protegge i nostri figli dall'alto. Ma avremmo voluto averla accanto a noi, su questa terra, a fare ginnastica con le sue clavette.
Postato da Paola Zeppieri.
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